Il tema delle primarie per selezionare i leaders dell’Unione Europea è senza dubbio un’ottima idea. Renzi, però, sbaglia a chiederle per la scelta del Presidente della Commissione. Dovrebbe suggerire di fare le primarie per la scelta del Presidente del Consiglio Europeo.
Il Presdente della Commissione Europea non è il “capo dell’esecutivo” della UE, ruolo che invece è del Presidente del Consiglio Europeo, attualmente l’ex primier polacco Donald Tusk.
Il Trattato di Lisbona ha rinforzato i legami tra Parlamento Europeo e Commissione a tal punto che, per la prima volta nella storia dell’Unione, i partiti europei hanno nominato i rispettivi candidati alla Presidenza della Commissione già durante la campagna elettorale del 2014 e, ancora per la prima volta, questi candidati hanno presentato i manifesti e le offerte elettorali dei rispettivi partiti in un dibattito pubblico. Nonostante ciò la Commissione Europea non è l’esecutivo dell’Unione. Anche se il Trattato di Lisbona obbliga il Consiglio Europeo a tenere conto dei risultati delle elezioni europee nella scelta del Presidente della Commissione, quest’ultimo non ha i poteri istituzionali per garantire l’implementazione del programma di governo del partito o della coalizione dei partiti, che lo ha sostenuto. Il potere esecutivo, inteso come potere di governo, non appartiene alla Commissione, ma appare piuttosto suddiviso tra il Consiglio Europeo che fissa le strategie di lungo termine e i programmi di governo dell’Unione e, per alcuni ambiti estremamente rilevanti, il Consiglio dell’Unione che, ad esempio per le politiche economiche e monetarie è ancora il principale attore decisionale. Politicizzare la figura del Presidente della Commissione è un errore che non servirebbe a rendere l’Unione più democratica, perché la Commissione non ha nè il potere di approvare le leggi nè il potere di fissure l’agenda politica dell’Unione. Aumentare la legittimazione politica del suo Presidente rischia solo di aumentare le crisi interistituzionali nel caso di conflitti tra Commissione e Consiglio Europeo. Questo errore è stato già fatto dal Trattato di Lisbona. Se si vuole realmente rendere responsabile il sistema politico dell’Unione davanti agli elettori, allora è sulla figura del Presidente del suo esecutivo che si deve agire.
Il Presdente della Commissione Europea non è il “capo dell’esecutivo” della UE, ruolo che invece è del Presidente del Consiglio Europeo, attualmente l’ex primier polacco Donald Tusk.
Il Trattato di Lisbona ha rinforzato i legami tra Parlamento Europeo e Commissione a tal punto che, per la prima volta nella storia dell’Unione, i partiti europei hanno nominato i rispettivi candidati alla Presidenza della Commissione già durante la campagna elettorale del 2014 e, ancora per la prima volta, questi candidati hanno presentato i manifesti e le offerte elettorali dei rispettivi partiti in un dibattito pubblico. Nonostante ciò la Commissione Europea non è l’esecutivo dell’Unione. Anche se il Trattato di Lisbona obbliga il Consiglio Europeo a tenere conto dei risultati delle elezioni europee nella scelta del Presidente della Commissione, quest’ultimo non ha i poteri istituzionali per garantire l’implementazione del programma di governo del partito o della coalizione dei partiti, che lo ha sostenuto. Il potere esecutivo, inteso come potere di governo, non appartiene alla Commissione, ma appare piuttosto suddiviso tra il Consiglio Europeo che fissa le strategie di lungo termine e i programmi di governo dell’Unione e, per alcuni ambiti estremamente rilevanti, il Consiglio dell’Unione che, ad esempio per le politiche economiche e monetarie è ancora il principale attore decisionale. Politicizzare la figura del Presidente della Commissione è un errore che non servirebbe a rendere l’Unione più democratica, perché la Commissione non ha nè il potere di approvare le leggi nè il potere di fissure l’agenda politica dell’Unione. Aumentare la legittimazione politica del suo Presidente rischia solo di aumentare le crisi interistituzionali nel caso di conflitti tra Commissione e Consiglio Europeo. Questo errore è stato già fatto dal Trattato di Lisbona. Se si vuole realmente rendere responsabile il sistema politico dell’Unione davanti agli elettori, allora è sulla figura del Presidente del suo esecutivo che si deve agire.